Nel 1926, l’assemblea dei soci dell’Internaples deliberò il cambio di denominazione del club, che mutò in Associazione Calcio Napoli. Venne creato, quindi, il nuovo stemma ufficiale: un ovale azzurro contornato d’oro, con, al centro, un cavallo inalberato e rivoltato – riprodotto in argento o in oro, a seconda delle varianti dell’emblema – posto su un pallone da calcio d’oro e con le iniziali ACN, sempre in oro, disposte ad altezze sfalsate, rispettivamente, sulla coda, sulla testa e sotto gli zoccoli delle zampe anteriori della figura equestre. Si ebbe, dunque, un nuovo avvicendamento, che portò, per la terza e ultima volta, il brand Ennerre a Napoli: la sponsorship, di ben sei stagioni, consentì all’azienda di Raccuglia di legare il proprio nome ai successi del Napoli dei cosiddetti anni d’oro. Erano restii, avevano nei confronti dei comunisti paura e odio. Gigi Di Fiore, La squadra del Napoli e i simboli della tifoseria: chi ha paura dello stemma borbonico delle Due Sicilie? Quando i membri di una squadra si concentrano su se stessi invece che sulla squadra, possono facilmente perdere partite contro avversari meno talentuosi. Giocatori che sfruttano il peso del proprio corpo per prendere posizione e spostare l’avversario, atleti che cadono rovinosamente al suolo dopo un tackle furioso e si rialzano, dopo un paio di capriole, protestando contro l’arbitro, centrocampisti che ciondolano per qualche metro dopo aver subito parzialmente un affondo avversario ma riescono a riprendere l’equilibrio e proseguire la propria corsa.
Per la gara interna del 18 aprile 2021 contro l’Inter viene presentata una speciale divisa, frutto della collaborazione tra lo sponsor tecnico Kappa e il marchio di moda Marcelo Burlon County of Milan. Champions League 2022-2023 sono state adoperate versioni specifiche della divisa da trasferta e della terza divisa, ma non della divisa casalinga. Grazie a questo migliore controllo degli ingaggi, i club sono riusciti a registrare i più alti profitti operativi nella storia: 1,4 miliardi di euro nel 2017. Negli ultimi cinque anni, i club europei hanno generato oltre 4 miliardi di euro in profitti operativi, che hanno alimentato le recenti spese per i trasferimenti. Nello specifico, lo stemma del Naples, il cui sfondo, richiamava il template delle proprie maglie, a strisce azzurre e celesti, recava, adagiata al centro, la sigla FBC in maiuscolo, a sua volta sovrapposta da una «n» minuscola che abbracciava e si intersecava con le altre lettere; il carattere usato era ricco di grazie e finemente decorato, il colore adoperato era l’oro.
La prima maglia a essere «firmata» ufficialmente con il logo dello sponsor tecnico, grazie alle nuove disposizioni della Federazione, fu quella del torneo 1978-1979, realizzata da Puma, la cui partnership con il Napoli ebbe durata biennale. I tempi erano economicamente difficili un po’ in tutta Europa, ma nonostante tale scenario, la Kapitän non poté considerarsi un fiasco e fu prodotta in diverse serie ed in oltre 400 000 esemplari fino al 1963, prima di lasciare il posto alla nuova generazione. Lo scisma fu presto sanato dopo una sola stagione e sulla base del compromesso Colombo vennero organizzati degli spareggi salvezza per decidere le squadre partecipanti alla nuova Prima Divisione a trentasei squadre. Una prima variante fu realizzata per la Champions League – con l’aggiunta di dettagli in platino (bordo intorno al logo del club e nomi e numeri di maglia), con l’inversione dei colori degli inserti ai lati del collo e con l’aggiunta della scritta SSC NAPOLI, in luogo del logo alla base della nuca. La seconda ipotesi è connessa al culto dei Dioscuri Castore e Polluce, molto diffuso nell’antica Neapolis e in Magna Grecia: il primo degli eroici gemelli, infatti, era, secondo il mito, un domatore di cavalli. È interessante evidenziare che di tale stemma fu realizzata, anche, una serie di distintivi a spilla, ove non compariva affatto l’azzurro: l’emblema, infatti, era contraddistinto da un fondo che, «imprevedibilmente», si presentava di un inconsueto color porpora.
Lo stemma dell’Internazionale Napoli, invece, era un disco blu, bordato di bianco, all’interno del quale, caratterizzate da un sobrio font senza grazie, trovavano posto le iniziali IN, entrambe in maiuscolo e di colore bianco. Occupa attualmente il 99º posto della classifica mondiale della FIFA. Apre la classifica al decimo posto la seconda maglia del Torino. Per il preliminare di Champions League 2014-2015, nomi e numeri di maglia furono stampati in blu con un’ombra in verde fluo. Per le gare di UEFA Champions League 2011-2012, nomi e numeri di maglia furono riprodotti in oro; sempre in oro era un sottile bordino che circondava il logo del club. Siffatta configurazione dello stemma è stata soggetta, nel tempo, a più di un restyling, cha ha apportato variazioni non sostanziali: tali cambiamenti, spesso blandi, vanno a contrapporsi a versioni dell’emblema che, radicalmente, si discostavano da quello che diverrà il logo di riferimento del club partenopeo. Al riguardo, è interessante evidenziare che, già nel 1922, i calciatori dell’Internaples erano detti «poulains», ovvero puledri. 2018-2019, caratterizzate dal volto di una pantera, fu realizzato un video a fumetti, la cui storia aveva per protagonisti alcuni calciatori azzurri e la stessa pantera.